Anche l’Istituto di Scienze Religiose metropolitano “Don Tonino Bello” di Lecce sospende le lezioni per il periodo natalizio.
Dalla frequenza in presenza alle lezioni a distanza, nel rispetto delle indicazioni dei vari Dpcm, docenti e studenti si sono incontrati in un’aula virtuale per i consueti auguri natalizi. Situazione diversa, distanze, sicuramente tanta nostalgia di relazioni autentiche nelle aule dell’istituto, ma identico è lo spirito che unisce l’istituto in un clima di convivialità delle differenze che lo rende unico.
“Una forma insolita” precisa il direttore don Antonio Bergamo “per scambiarci l’augurio di un tempo sereno e luminoso”: «I mesi che sono alle nostre spalle non sono stati mesi semplici. L’esperienza della pandemia ha fortemente segnato i ritmi di vita a tutti i livelli della società come anche per la nostra comunità accademica. Nel frangente di incertezza e sospensione che continuiamo a vivere ognuno di noi ha riorganizzato i suoi tempi e le sue modalità. Ciascuno di voi ha tuttavia manifestato resilienza, pazienza, empatia, senso di comprensione, vincendo le ansietà e le fatiche che questo tempo così complesso ha comportato e comporta».
Un pensiero di gratitudine al personale docente per la loro costante presenza educativa, che sperimentando forme nuove di didattica, accende la “passione per la Sapienza”. E il riferimento affettuoso e sentito a don Gigi, «che ha terminato il suo servizio di direttore dell’Istituto, guidandolo per tanti anni con lungimiranza e saggezza, ed anche nel difficile approssimarsi dell’emergenza derivante dal covid19». Una presenza importante per l’istituto, un accompagnamento degli studenti vissuto con partecipazione e vicinanza spirituale e proprio per questo, nel suo intervento, mons. Luigi Manca parla di “solidarietà dell’intelligenza”, della necessità di investire in cultura, una forma di carità meno appariscente, ma altrettanto decisiva per la crescita personale”.
Questo sincero abbraccio virtuale è reso ancora più intenso dall’intervento dei due rappresentanti d’Istituto, Alice Quarta e Daniele Prete. Il ricordo nostalgico dei momenti vissuti in presenza, accompagnato da emozione e commozione, senza dimenticare però mai, nonostante la pandemia e i chilometri che separano “di essere una grande famiglia, anche in questo momento di lontananza” uniti non “da semplici rapporti ma da legami resi più solidi dal comune amore per Gesù Cristo, che nasce in ognuno di noi”.
A conferma di questo comune sentire le parole del direttore: «Il nostro Istituto è una comunità in cui studio e vita si incontrano, per questo è casa, in cui può nascere il veramente Altro dell’umanità, Gesù, in rapporti che scaturiscono dall’amore vero e che danno un senso di famiglia». E con il particolare riferimento al Natale don Antonio Bergamo conclude: «Questo Natale vissuto all’insegna della sobrietà ci può insegnare che è vita quella che si dona, quella che sa farsi carico della fragilità dell’altro per attraversarla insieme con colui che questa fragilità l’ha fatta propria: Gesù. Ci renda capaci, questo Natale, di generare luce anche solo con una parola buona che possa indicare un orizzonte, di far scoprire che nulla è perduto, che tutto è salvato; una parola che diventa carezza per chi si sente troppo schiacciato dalle sue amarezze e dai suoi dolori, dallo scoraggiamento, perché ritrovi anch’egli la forza di vivere, amare, sognare».