Annarita, talenti a servizio del tessuto ecclesiale e sociale

Annarita Quarta, direttrice dell’ufficio per la Pastorale Sociale e del Lavoro della Chiesa di Lecce, conduttrice di un programma radiofonico, orientatore professionale. Dopo gli studi in economia e una attività professionale avviata sente l’esigenza di vivere il percorso di studi universitari in scienze religiose presso l’ISSR di Lecce. A lei abbiamo posto alcune domande.

Come è cominciato e quale è stato il tuo percorso di studi presso l’ISSR?

E’ già passato un anno e mezzo da quando ho discusso la tesi magistrale presso l’ISSR Don Tonino Bello di Lecce ma ancora è vivissimo il ricordo di quelle domande che i più mi ponevano.

Cosa ci fa una laureata in Economia con una professione di commercialista presso l’Istituto di Scienze Religiose collegato alla Facoltà Teologica Pugliese? Come mai a 46 anni hai deciso di intraprendere questo percorso? Hai tempo da perdere? Vuoi insegnare?

Questo è stato, sempre, quello che mi è stato chiesto, suscitando in me, talvolta, anche un pò di nervosismo, ma mai disagio.

Semmai mi dispiaceva che non si comprendesse  che non esistono limiti temporali per approfondire le proprie conoscenze, coltivare la propria spiritualità e che se il mio desiderio fosse stato esclusivamente quello di insegnare, lo avrei potuto fare con le classi di concorso della mia prima laurea in economia.

Ebbene si, mi sono rimessa in gioco, perchè dopo quasi 25 anni di libera professione come consulente e tantissimo volontariato era forte in me il desiderio di andare oltre la sterilità dei bilanci e della contabilità, avevo bisogno di sondare e rafforzare altri ambiti più vicini alla mia personalità che fino a quel momento avevo represso per la necessità di dover adempiere al meglio il mio impegno professionale.

Ricordo come fosse ieri quando, dialogando con mio marito, gli dissi del desiderio di iscrivermi all’ISSR. Lui non batté ciglio era solo preoccupato che mi caricassi di un altro impegno e che mi potessi stressare. Le sue paure non erano infondate.

Questo percorso è stato impegnativo, anche perchè durante le mie ore di studio amavo approfondire e perchè per frequentare dovevo concentrare il lavoro nelle ore mattutine, oltre alla necessità di essere vicina  a mio padre, allora gravemente malato e dunque mi potevo dedicare allo studio dalle 21 all’una della notte.

Ma mi piaceva. Era il mio momento tutto personale, di ricerca, introspezione e crescita.

Il giorno, in cui ho conseguito la laurea triennale, ero emozionata come una ragazzina, in realtà a 49 anni mi trovavo tra tanti colleghi che mi potevano essere figli e nonostante ciò le mie emozioni erano proprio come le loro emozioni.

Che cosa porti con te della formazione ricevuta? E come stai vivendo adesso il tuo percorso professionale?

Ho discusso una tesi dal titolo “Talento, vocazione, lavoro” nella quale avevo coniugato la mia esperienza professionale con principi pedagogici e riferimenti alla dottrina sociale della chiesa e dopo pochi mesi questa tesi è diventata un libro dal quale sono nate tante esperienze ed incontri con i giovani soprattutto nelle scuole ed una trasmissione con lo stesso titolo che ancora oggi va in onda in diretta su Radio Maria.

Inoltre mi ha consentito di approfondire tematiche e fare nuove esperienze nel mondo dell’orientamento dei giovani alla formazione ed al lavoro ed ottenere il riconoscimento a livello nazionale di orientatore professionale.

Con grande sorpresa poi, sono stata incaricata di dirigere l’Ufficio di Pastorale sociale, del lavoro, pace e custodia del creato, della diocesi di Lecce ritrovandomi in un ambiente a me completamente sconosciuto.

Quando mi fu proposto l’incarico caddi letteralmente dalle nuvole, anche perchè mi fu detto che ero la prima donna e la prima laica a  dirigere un ufficio diocesano  a Lecce.

Oggi dico, che con tanta ingenuità accettai, convinta che quella fosse una chiamata per far si che venissero sviluppate azioni per testimoniare e diffondere il Vangelo nella quotidianità di ognuno di noi.

Nel frattempo ero indecisa se proseguire gli studi. La stanchezza era tanta e inoltre il biennio per conseguire la laurea magistrale era destinato, soprattutto, a chi volesse dedicarsi all’insegnamento.

Sempre con lo stesso spirito di ricerca ho continuato scoprendo insieme ai miei colleghi le modalità della didattica a distanza a causa del Covid, svolgendo il tirocinio, il tutto sempre accompagnato dall’entusiasmo di una giovinetta, anche se  qualche docente mi diceva: Ma tu lo fai solo per cultura personale no? Alla tua età è difficile inserirsi nel mondo dell’insegnamento.

Non aveva torto, ho conseguito la laurea magistrale nel novembre del 2021, non ho mai insegnato ma ogni rigo letto, ogni minuto dei miei sacrifici, sono serviti a rafforzare la mia fede ed aiutato ad affrontare momenti difficilissimi che in questi anni ho dovuto affrontate come la perdita di mio padre prima e poco dopo quella di mia madre.

Se non avessi consolidato la mia fede, affrontato tanto lavoro di introspezione e soprattutto ricercato le risposte alle domande di senso che ogni essere umano si pone, non so se avrei avuto la stessa forza che invece ho scoperto di avere in quelle circostanze.

Rifaresti questo percorso?

Forse mi rimarrà il desiderio di fare anche una sola ora di insegnamento di religione ma so che il mio impegno c’è ovunque io vada.

Continuo ad essere catechista, direttrice dell’ufficio di pastorale sociale, attività queste di puro servizio, contrariamente a quello che tanti possano pensare, orientatrice e commercialista con la consapevolezza che nulla è semplice, anche negli ambienti in cui meno te lo aspetti è difficile essere un buon cristiano e testimone.

Ma ho la certezza che tutti i miei sacrifici, la fatica di tenere aperti gli occhi a notte fonda per poter preparare gli esami mi hanno fatto crescere e maturare, si perché, come dicevo spesso a tutti i miei giovani colleghi, molti dei quali sono diventati cari amici, non c’è età per approfondire, migliorarsi, cercare.

Oggi se mi domandano: “rifaresti  questo percorso?” rispondo sempre di sì, perchè per me è stata una magnifica esperienza che mi ha rivoluzionato il mio mondo interiore e per questo non posso che  ringraziare  il Cielo di averla potuta portare a termine.